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Nel volume su Associazioni non riconosciute e comitati, pubblicato nel 1967, Francesco Galgano si opponeva a malintese interpretazioni della dottrina dell'immunità dei partiti politici dal controllo giurisdizionale, affermando rigorosamente che democrazia interna e rispetto della legalità nei partiti sono condizioni necessarie della loro legittimazione costituzionale. La connessione tra "libertà di contratto" e "libertà associativa", egli scriveva, impone al giurista la configurazione dell'autonomia entro un compiuto quadro costituzionale. Accanto alla tutela dell'associato si affacciano ulteriori scenari della costruzione civilistica dell'associazionismo politico: il confronto con movimenti e gruppi di interesse, la regolazione del finanziamento, il controllo sui segni distintivi dell'attività politica, la crescente intersezione con l'attività delle fondazioni, la ricostruzione di un rinnovato rapporto tra partecipazione politica e attività istituzionale.